La tragedia della psichiatra di Bari, uccisa a coltellate da un paziente del Servizio che dirigeva, rivendica qualcosa in più di una guardia giurata preposta alla salvaguardia dei luoghi della salute mentale. L’assistenza psichiatrica, infatti, necessita di adeguate risorse umane e buona organizzazione perché non fallisca nell’impegno di creare con il paziente relazioni di fiducia, componente imprescindibile per l’efficacia dei suoi percorsi di cura. Per non tradire la promessa che la legge 180 ha reso a Basaglia, va garantita assistenza assidua, relazioni empatiche che consentono la profonda conoscenza del soggetto, prese in carico multidisciplinari che non si esauriscano nella prescrizione di farmaci.
Il paziente psichiatrico ha bisogno di tempo. Tempo per essere ascoltato, capito, interpretato, sostenuto, perché la sua follia trovi forme di civile integrazione. Scarse risorse male organizzate esporranno, sempre di più, gli utenti a cure frettolose e inefficaci e gli operatori alle relative conseguenze. Riflettiamo e agiamo. Perché la vocazione alla relazione di aiuto non può avere come custode un uomo armato e come vestale una politica sanitaria che diventa incompetente lì dove agisce senza conoscere, profondamente, ciò che governa e organizza.
MARIA RITA GRECO