La vita è troppo breve per poter bere un vino che non sia “veramente buono”

Questo il testo completo: Vista da una certa età… la vita è troppo breve perchè si possa liberamente scegliere di bere un vino che non sia “veramente buono”.

Quello che in effetti mi risultò “veramente interessante” quando lessi il proverbio che ho scelto a titolo di questo blog, fu la metafora che mi parve volesse racchiudere in se. Eppure l’intenzione di chi lo aveva bell’esposto in un quadretto, non voleva di certo essere metaforica: era, e probabilmente lo é tutt’ora, affisso dietro al banco di una enoteca di Bologna, in pieno centro storico, alle spalle della basilica di San Petronio.

Che la vita sia “breve” è, in effetti e purtroppo, una realtà inconfutabile. E che breve lo cominci ad apparire anche ai più distratti dopo una certa età, è anche abbastanza comune; anche se c’è da osservare che non credo rappresentino un’eccezione proprio grande, coloro i quali, poveretti, se ne ravvedono solo all’ultimo momento.

Credo invece che la critica allo scegliere di bere un vino, pur sapendo che non si tratti di un vino “veramente buono”, meriti qualche considerazione in più. Ma naturalmente, tanto per scartare da subito ogni dubbio in merito, partendo dalla premessa implicita che si tratti di una “scelta”, anche se più o meno conscia, e non di una eventuale ineludibile necessità.

Una scelta quindi dettata da un qualche meccanismo, da un qualche calcolo, da una qualche giustificazione, da una qualche convenienza… diciamo da una qualche scusa sufficiente comunque quanto possa bastare a mettere “momentaneamente” in pace la coscienza.

Ma è quel “momentaneamente” l’anello debole della catena, di quella logica cioè che molto spesso prevale, e non solo in età tenera ma anche molto più avanti e finanche, in taluni casi, fino alla fine. La domanda è in effetti la seguente: Ma fino a quando? Ne valeva proprio la pena? Non lo si poteva proprio evitare? Non sarà stato un errore proprio maiuscolo?

Certo, “quasi” sempre una bottiglia di vino mediocre costa meno di quella di un vino “veramente” buono. E quasi sempre è più a portata di mano una bottiglia meno certificata. E poi… con il costo di un bicchiere di quello buono, di bicchieri se ne possono bere due, o tre e anche più, di quell’altro.

Ma a questo punto dovrebbe sorgere spontaneo il dubbio che, tanto per stare a tono con i tempi, non sarà forse un pò come avere qualche migliaio di “amici” sul proprio profilo Facebook? In fondo a che serve? Non sarà tutta una misera ed ingannevole illusione? Non vale di più una sola dozzina, o poco più, di veramente buoni qualificati e diligentemente selezionati amici? Non è abbastanza vero che ci si ubbriaca e si sta molto male, solamente dopo aver bevuto tanti bicchieri di vino, specialmente se di un vino pessimo? Non ci si sente invece veramente soddisfatti ed appagati dopo aver bevuto solo uno o solo pochi bicchieri di un vino ottimo? Pensiamoci per un attimo, ed evitiamo così di accorgercene quando potrebbe essere un pò troppo tardi!  

Dopo queste premesse, ed in uno slancio di ottimismo, ci si dovrebbe rallegrare e cercare quindi di dare tutta l’enfasi possibile alla notizia, in verità ormai già abbastanza diffusa, secondo la quale a Brindisi ed in Italia più in generale -lo avevo già commentato dettagliatamente in un precedente blog- la tendenza consolidata negli ultimi anni è quella di bere molto meno litri di vino procapite all’anno, a tutto vantaggio della qualità.

Peccato però che noi italiani continuiamo ad eleggere quasi mille parlamentari! E non solo, ma addirittura sono ancora in tanti ad opporsi alla loro parziale eliminazione o alla loro, quanto meno, drastica riduzione! Masochismo allo stato puro? O semplicemente servilismo oppositore strumentale?… E dire che in questo caso eleggerne tanti non fa neanche risparmiare… Anzi!  

Non mi resta che chiudere il cerchio della metafora: Jep Gambardella di recente ci ha raccontato che “…la più consistente scoperta che ha fatto, pochi giorni dopo aver compiuto i 65 anni, è che non può più perdere tempo a fare cose che non gli va di fare… “. Io più semplicemente dico che “…non dovrebbe esser necessario attendere di compiere i 65 anni per scoprire che la vita è troppo breve per non esser vissuta sempre al meglio”.

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