Qualche lettore di Senza Colonne News, forse, si sarà accorto della mia relativamente lunga pausa sul blog “Via da Brindisi”: quasi tre mesi. E comunque, almeno due lettori l’hanno notato, visto che me l’hanno commentato durante la mia ultima visita lampo di questo dicembre a Brindisi. A loro ho così potuto spiegare il molto semplice motivo della mia pausa: “in tutt’altre faccende affaccendato”. In effetti, a voler essere più preciso, le faccende di cui sopra non erano poi del tutto “altre” visto che in questi tre mesi il mio tempo l’ho dedicato proprio a Brindisi e, come ancora mi succede nonostante l’età, l’ho fatto compulsivamente ed entusiasticamente, come fa un bambino con un nuovo giocattolo o un adolescente con una nuova fidanzata: al 100 per 100.
Cosa ho fatto? A cosa ho dedicato in questi mesi tutto il mio tempo ed entusiasmo? Ebbene a scrivere un libro, ancora un altro, sulla storia di Brindisi. O, meglio detto, a leggere, documentarmi e ancora leggere e poi ordinare, selezionare, sintetizzare e quindi impostare e redigere il nucleo di questo nuovo libro… poi, adesso, con più calma, lo rivedrò, lo completerò e lo organizzerò per la pubblicazione: tra non molto, spero, tra qualche mese. Sono, decisamente, un recidivo: non trovo altra definizione più consona al caso. Ancora una volta un libro su Brindisi, sulla storia di Brindisi. E, sia ben chiaro da subito, ancora una volta un libro semplicemente divulgativo della storia di Brindisi.
Ma allora perché un altro? Cosa ha in più questo rispetto a “Schegge di storia brindisina” del 2013 o rispetto a “Brindisi raccontata” del 2014 ? Ebbene di più, forse non ha molto, ma di diverso e di peculiare credo di si. E mi spiego: Da irriducibile e curioso viaggiatore quale sono da sempre stato e continuo a essere, ogni qualvolta mi son trovato a girovagare, per lungo e per largo e ripetutamente in tutta l’Europa, dell’Ovest e dell’Est come si diceva una volta -e non solo Europa- tra città, monumenti, strade, piazze, palazzi, castelli, parchi, statue, musei, eccetera, mi è sempre venuto spontaneo e quasi inevitabile il cercar di rapportare ciò che -in senso storico- vedevo, con la mia città, con Brindisi. Mi chiedevo, di fatto quasi automaticamente: e a Brindisi? Cosa succedeva mentre qui accadeva tutto questo? A Brindisi chi governava mentre qui c’era questo re, o questo imperatore? Cosa si faceva a Brindisi mentre la grande storia registrava questi eventi? Ebbene, la risposta che riuscivo a darmi, alcune volte era solo approssimata, atre volte entravo in crisi perché non riuscivo a focalizzare: Brindisi era già romana? A Brindisi c’erano gli Svevi o ancora i Normanni? Gli Spagnoli o gli Angioini? O forse gli Aragonesi o gli Austriaci? Ma quest’imperatore germanico o cecoslovacco o spagnolo o francese o turco, ebbe qualcosa a che vedere con Brindisi? Questa guerra coinvolse Brindisi? E Brindisi da che parte stava? La vinse o la perse?
Confesso che a volte, quando non c’era ancora google, annotavo un pro memoria e, appena possibile, tra libri ed enciclopedie cercavo di ricostruire… ma non sempre mi era possibile. Adesso è tutto un po’ più facile… evviva google… evviva wikipedia! Ma il problema, lo confesso, alle volte e quando meno te lo aspetti, m’insidia tuttora. Qualcosa di simile in certe occasioni mi accadeva quando, da ragazzo, a Brindisi osservavo o pensavo a qualche peculiare elemento storico cittadino, un palazzo, una chiesa, un monumento, una piazza, una fontana, una via… Mi capitava di chiedermi: ma fu prima o dopo la caduta dell’impero romano? Fu durante le crociate? Fu prima o dopo la rivoluzione francese? Non ho idea se, e a quanti, sia già successo qualcosa di simile, ma ad alcuni miei amici brindisini, soprattutto tra i più giovani, mi consta che continui a succedere con frequenza, mentre ad altri non succede semplicemente perché, in genere, le domande non se le pongono, o perché, comunque, non avrebbero troppa voglia di cercare le risposte. Ebbene questo nuovo libro, ancora in gestazione, l’ho immaginato -viaggiando- e l’ho anche scritto -in buona parte, viaggiando- pensando proprio a tutto ciò. Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai tanti ragazzi e giovani brindisini e a tanti dei miei amici brindisini, e non, a meglio orientarsi nell’oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? Poi, presa la decisione, la mia abitudine pedagogica da professore e la mia formazione tecnica da ingegnere hanno fatto il resto: una proposta chiara; semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”.
Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall’altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio comprendere o valorizzare quella storia, si possa, al contempo e più o meno nella stessa pagina, consultare il contesto storico in cui quella puntuale storia di Brindisi trascorse. Spero che questo mio contributo, nella sua semplicità intrinseca al suo carattere divulgativo, possa essere in qualche misura apprezzato e soprattutto possa, comunque, contribuire a una maggior diffusione della storia di una città che di storia con la “S” maiuscola è profondamente pregna.
Una storia che è importante si conosca bene, soprattutto tra i giovani, affinché costituisca l’insurrogabile base per la conservazione della memoria collettiva della propria città, nella consapevolezza che la rimozione del proprio passato conduce inesorabilmente alla rimozione del proprio futuro. Ma soli tre mesi? Non saranno forse troppo pochi per un buon libro? Bah! Cominciamo col dire che molto dipende dall’intensità del lavoro e che comunque, alla fine, probabilmente, i mesi saranno un po’ di più, verosimilmente sei, prima che il tutto sia veramente pronto, e poi, specialmente per quanto riguarda “il contesto della storia”, bisogna anche sottolineare che il potenziale ormai raggiunto dalla web costituisce un aiuto veramente rilevante, quanto meno in termini di tempo necessario per la ricerca delle fonti.
Tanto che, probabilmente, il problema di tale ricerca è destinato a presto diventare paradossalmente inverso: su certi argomenti, comincia a essere disponibile online troppo materiale e il tempo bisogna cominciare a spenderlo sempre più, nel selezionarlo e nello scartare quello meno adatto e, soprattutto, quello meno autorevole e meno attendibile. Ma anche sulla “storia di Brindisi”, la web mi ha molto aiutato a rendere più efficiente il tempo di ricerca e di studio, in parte mediante il diretto reperimento online di alcune fonti, ma soprattutto in quanto alla ricerca dei riferimenti bibliografici e quindi al reperimento della localizzazione della disponibilità fisica di alcune altre fonti e finalmente, all’acquisto online di alcune di esse. Il resto l’hanno fatto i miei amici brindisini ai quali mi sono rivolto in cerca d’aiuto per poter consultare alcune fonti in loro possesso e non più facilmente reperibili: grazie! A questo punto non mi resta che promettere di completare presto e quindi di pubblicare prossimamente “Brindisi nel contesto della storia” con la speranza che anche questo mio nuovo contributo alla divulgazione della bellissima ed incredibilmente densa e avvincente storia della nostra Brindisi, riceva i favori di tanti.