Una mappa ragionata dei cosiddetti “pizzuli” ossia dei paracarri che si trovano ancora nei pressi di alcune abitazioni di Brindisi e che furono realizzati con resti di antiche colonne: ne parleranno Marcello Cafiero e Cosimo De Giorgio martedì 3 giugno, alle ore 20, presso l’hotel Internazionale. La conferenza si chiama proprio così: “Pizzuli… colonne?”, organizzata dal Rotare Club Brindisi Valesio.
Questa la presentazione che ne fanno i relatori: La colonna è un elemento importantissimo e fondamentale dell’architettura classica, sostitutivo e riproducente il tronco d’albero usato in precedenza a sostegno delle sovrastanti strutture ed è ancora usata negli edifici di particolare importanza. La nostra città ne era ricchissima: templi, fori, edifici pubblici in genere e costruzioni dei patrizi. Iniziata la decadenza dopo la caduta dell’impero, la città fu distrutta dall’opera dell’uomo e dalle forze della natura e, al momento della sua rifondazione, la prima ad opera di Lupo Protospata, il materiale lapideo dei vecchi edifici fu riutilizzato per la costruzione di nuovi e di opere difensive.
Le colonne però, per la loro particolare forma che mal si adattava alla costruzione di un muro, rimasero sepolte ed inutilizzate, tranne una parte impiegata come paracarri a protezione degli angoli degli edifici. Tale impiego doveva essere nella nostra città particolarmente diffuso, tanto che, nonostante gli sconvolgimenti urbanistici del centro storico verificatisi dagli anni 50 in poi, molti elementi di colonna sono ancora visibili agli angoli di alcune strade, nelle zone del centro sotrico non interessate dalla trasformazione urbana. Abbiamo così effettuato una veloce ricerca individuando e fotografando un certo numero di “colonne” usate come paracarri, al fine di conservarne, in futuro, almeno la memoria storica.